Contro il blocco dei contratti che perdura dal 2010: la Confederazione CGS si rivolge a Strasburgo. Chiediamo un rimborso medio di 5 mila euro!
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- Pubblicato: Venerdì, 04 Marzo 2016 19:16
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Ottenere la condanna del Governo che non ha ottemperato alla sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco del contratto del pubblico impiego e chiedere il risarcimento per i lavoratori gravemente danneggiati dal mancato rinnovo contrattuale che si protrae da oltre sei anni.
Sono questi gli obiettivi del ricorso presentato alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) dalla CGS, Confederazione Generale Sindacale, composta da FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche), FGU (Federazione Gilda-Unams), NURSIND (Sindacato delle Professioni Infermieristiche) e Unione Artisti UNAMS.
L'iniziativa è stata illustrata il 25/2/16 in conferenza stampa da Rino Di Meglio, coordinatore nazionale FGU e segretario generale CGS, e Marco Carlomagno, segretario generale FLP e vice segretario generale CGS.
“Il blocco dei contratti di 3 milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici del pubblico impiego – ha spiegato Carlomagno - ha provocato una perdita del potere d’acquisto che stimiamo in almeno 4 mila euro pro capite per il personale delle aree ed in quasi 8 mila euro per i dirigenti, oltre alle ricadute sui contributi pensionistici persi.
Con questo ricorso, che sarà gratuito per gli iscritti ai quali chiederemo soltanto un piccolo contributo per le spese organizzative e gestionali, chiediamo alla CEDU il riconoscimento di un congruo indennizzo per i lavoratori e la condanna del Governo che, a distanza di 7 mesi, non solo ha stanziato una cifra irrisoria e provocatoria (5 euro lordi mensili), ma non ha neanche avviato la dovuta negoziazione all'Aran, ignorando la sentenza della Consulta”.
Elaborando i dati della Ragioneria generale dello Stato e quelli dell'Istat basati sull'indice IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato), la FLP ha calcolato che dal 2010 al 2015 l'incremento delle retribuzioni medie lorde non percepito a causa del blocco è del 10,3% (vedi tabelle).
L'iniziativa giurisdizionale portata avanti dalla CGS prevede anche la presentazione di un ricorso al Tribunale di Roma per l'accertamento del diritto ai rinnovi contrattuali a far data non solo dal 30 luglio 2015 (giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza n. 178 della Corte Costituzionale), ma anche per i periodi precedenti durante i quali era stato disposto il blocco contrattuale.
“Il ricorso ai giudici di Strasburgo – ha dichiarato Di Meglio – segna l'esordio nel mondo sindacale della neo costituita Confederazione Generale Sindacale che raggruppa le organizzazioni rappresentative dei comparti più importanti del Pubblico Impiego: Scuola, Sanità, Ministeri, Agenzie fiscali e Afam. Parallelamente all'istanza avanzata alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, la CGS e le quattro sigle sindacali che la compongono continueranno a incalzare il Governo affinché metta a disposizione risorse dignitose per rinnovare finalmente i contratti”.
Dal 1 gennaio 2010 è entrato a in vigore il nuovo sistema contrattuale che prevede analoga decorrenza per la parte economica e giuridica e diventa triennale in luogo del quadriennio giuridico e dei due bienni economici.
Le modalità di calcolo si basano sull’IPCA (Indice dei Prodotti al Consumo) al netto degli andamenti dei prodotti energetici. L’Ente di certificazione è l’ISTAT. Dai dati rilasciati dall’Ente di statistica l’indice IPCA per gli anni di riferimento è:
2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
---|---|---|---|---|---|
1,1 | 2,6 | 3,2 | 1,3 | 0,8 | 1,3 |
Per il triennio 2010/2012 l’incremento è pari al 6,9%, per il triennio 2013/2015 l’incremento è pari al 3,4%
Per i sei anni di vacanza l’incremento è del 10,3%
RETRIBUZIONE MEDIE LORDE DI COMPARTO E INCREMENTI CONTRATTUALI MEDI MENSILI SPETTANTI IN MANCANZA DI BLOCCO CONTRATTUALE
Comparto | Addetti | Retribuzione media lorda | Incremento lordo mensile | Costo medio complessivo lordo per i 6 anni di mancato rinnovo |
---|---|---|---|---|
Ministeri | 160.000 | € 29.000 | € 269,00 | € 559.552.000 |
Agenzie fiscali | 52.000 | € 34.000 | € 316,00 | € 231.316.000 |
Enti pubblici non economici | 45.000 | € 28.000 | € 353,00 | € 206.505.000 |
Regioni e autonomie locali | 480.000 | € 29.000 | € 269.00 | € 1.678.560.000 |
Sanità | 670.000 | € 38.000 | € 353,00 | € 3.074.630.000 |
Scuola | 1.000.000 | € 29.000 | € 269,00 | € 3.497.000.000 |
Università e ricerca | 120.000 | € 38.000 | € 353,00 | € 550.680.000 |
Presidenza del Consiglio | 2.300 | € 50.000 | € 465,00 | € 13.903.500 |
Totale | € 9.794.146.500 |
Per aderire al ricorso occorre conferire la propria singola delega
NurSind organizza la raccolta in Sanità
Entro il 30 giugno 2016
Il Nursind è parte dell’iniziativa CGS (Confederazione Generale Sindacale) e si fa promotore in sanità del ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) per il mancato rinnovo del contratto del pubblico impiego.
Nursind, sindacato rappresentativo del comparto sanità, in qualità di federazione della CGS, è promotore dell’iniziativa che, attraverso il ricorso vinto presso la Corte Costituzionale dalla FLP (Federazione Lavoratori Pubblici) e FGU (Federazione Gilda Unams) - entrambe federazioni della CGS -, mira a ottenere la condanna del Governo a risarcire i ricorrenti per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015 e la mancata riapertura dei tavoli contrattuali con adeguate risorse proprio a partire la mese di luglio 2015 come previsto dalla stessa sentenza della Corte Costituzionale. Ricordiamo che la Legge di stabilità 2016 stanzia la cifra irrisoria di 5 euro lordi mensili!
Un indennizzo monetario che si stima essere superiore ai 5.000 euro per i dipendenti del comparto e ben più alto per l’area dirigenziale.
Un ricorso che prevediamo possa avere il suo esito entro due anni e che è direttamente esecutivo chiamando in causa direttamente il governo a risarcire quei lavoratori che faranno ricorso attraverso questa iniziativa.
Una iniziativa che assume un duplice valore sindacale:
• La difesa dei diritti dei lavoratori pubblici contrattualizzati ad avere un rinnovo del contratto e un adeguamento salariale in linea con gli indici stabiliti dalle parti;
• La difesa del valore del sindacato quale organo di rappresentanza di un gruppo organizzato di lavoratori, valore di rango costituzionale riconosciuto proprio nella sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015 che è alla base del ricorso che presenteremo alla CEDU.
La dignità dei lavoratori pubblici richiede oggi più che mai una tutela sindacale determinata e le federazioni costituenti la CGS, con questa iniziativa, dimostrano di voler rendere concreta questa tutela attraverso tutte le strade che le relazioni sindacali e il diritto le consentono.
Purtroppo la situazione economica dei conti pubblici e il contesto internazionale non lascia ben sperare sulla volontà del Governo di aggiungere adeguate risorse economiche nella prossima legge di stabilità per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Procediamo quindi verso una esigibilità dei diritti anche oltre la Corte Costituzionale costringendo il Governo a pagare direttamente ai lavoratori il danno derivante dal mancato rinnovo dei contratti.
A giorni sarà disponibile tutto il materiale necessario per procedere singolarmente al ricorso e saranno spiegate le modalità di adesione che sarà aperta a tutti i lavoratori del pubblico impiego.
La macchina organizzativa si è già messa in moto in quanto i ricorsi dovranno essere depositati presso la Corte dei Diritti dell’Uomo entro i limite massimo di sei mesi.
In un apposito sito saranno inoltre disponibili tutte le informazioni e la documentazione necessaria. Sull’esito positivo della vertenza siamo particolarmente fiduciosi anche perché confortati da un pool di avvocati veramente di alto livello e particolarmente esperti in questo ambito.
Con oggi inizia la campagna di diffusione dell’iniziativa a cui si pensa aderiranno più di 100.000 lavoratori.
Il Segretario Nazionale NurSind
Dr. Andrea Botteg