“Abbiamo segnalato la questione a tutti gli organi coinvolti, Asp Messina, Centrale operativa Messina, Papardo, nonché ad alcuni degli organi deputati alla vigilanza, in conclusione nessuna risposta, o risposte parziali convergenti solo in un apparente palleggiamento di responsabilità”.
“Si potrebbe assistere al paradosso di colleghi che, in mancanza di precise direttive, potrebbero prendere servizio in divise arancioni, gialle, blu… o che acquistino (per risparmiare) scarpe antinfortunistiche senza il marchio CE”.
“Chi ha ricevuto – ai tempi – i DPI (su esposto del Sindacato), nel frattempo ha perso o guadagnato diverse taglie… va a lavorare in jeans e maglietta… non potrebbe rischiare di essere impacciato nei movimenti durante un soccorso…”.
“Il mancato interesse rispetto a queste problematiche rispecchia, a nostro giudizio, una mancanza di interesse nel rispetto dell'Utenza, prima ancora che dei lavoratori”.
“E tutto questo non ce lo siamo inventati: è previsto dal Decreto assessoriale 999/2015”.
Così come “falle” – riguardanti ad esempio la formazione - sono state notate dal Sindacato negli ultimi atti emessi.
Come, negli stessi Atti, emergono, secondo Alonge, anomalie rispetto ai requisiti di accesso dei lavoratori, alla totalità delle Gestione del Bacino 118 di Messina e provincia, tutto in parziale difformità con le altre Centrali siciliane.
“Le altre C.O., a quanto pare, conservano, incentivano ed implementano le conoscenze degli Operatori in servizio… Messina si distingue”
Alonge è categorico: ”continuano, per la seconda volta a cercare di modificare i regolamenti” - uno dei precedenti è stato fatto annullare proprio dal Nursind - “continuiamo a notare stranezze, però, in tutto ciò”.
“A discapito della Sicurezza assistenziale ed a favore di semplici “interessi di bottega”?
Altra questione sulla quale Alonge insiste è quella dell' istituzionalizzazione del Servizio – e dice -: ”chi potrebbe non essere d'accordo con questa opzione, stante anche la crescente disoccupazione?